Sassari

Convento
"Santa Maria di Valverde"

Parrocchia
"San Francesco d'Assisi"

Anno di fondazione:

30 gennaio 1591

Orario Sante Messe:


Festivo: ore 8 - 9:30 - 11:30 - 19
Feriale: ore 8 - 18/19

Contatti:


Convento:
tel. 070 657370
fax 070 654429
cappuccini.cagliari@iol.it

Infermeria provinciale:
tel. 070 650780

Rivista Voce Serafica:
tel. 070 660303
fax 070 665583
redazione@voceserafica.it

Dove siamo:

Via Ospizio Cappuccini, 3
07100 - SASSARI

Fondazione

Storicamente il convento di Sassari è il primo convento dell’Ordine dei frati cappuccini in Sardegna. La sua fondazione risale al 30 gennaio 1591 quando, a seguito della richiesta da parte della municipalità e dell’arcivescovo turritano De Lorca, si ottenne dal padre generale di fondare a Sassari un convento della riforma cappuccina. Arrivando in città i primi Cappuccini, tra questi il padre Zefferino da Bergamo con altri confratelli, furono ospitati dai frati conventuali di Santa Maria in Betlem. Nei primi anni i frati presero dimora presso la chiesa di Sant’Antonio abate e, intorno al 1595, dopo lo scambio dei rispettivi conventi con i Servi di Maria, i Cappuccini si trasferirono presso la chiesa di santa Maria di Valverde, più conforme alle esigenze di vita eremitica dello stile cappuccino. Per diversi secoli è stato il convento più importante del nord Sardegna; e infatti dal 1697 ai primi del’900 fu il convento maggiore della Provincia Turritana, in cui risiedeva il ministro provinciale. Lo storico E. Costa, nella sua opera monumentale Sassari, narra che dalla corrispondenza del padre Generale con i Consiglieri di Sassari, del 3 maggio 1591, si apprende che i superiori dell’ordine avessero accettato la condizione imposta dalla città che il guardiano e la maggior parte dei religiosi fossero sassaresi, come segno di gratitudine per la costruzione del convento da parte della stessa municipalità. Sempre dalle informazioni tramandate dallo storico sassarese, si apprende che il convento di Sassari nel 1786, era abitato da 48 frati, 24 laici e 24 sacerdoti, impegnati sopratutto nelle attività di carità e nella predicazione. Nel 1937, poi, l’arcivescovo di Sassari, Monsignor Mazzotti, francescano, a motivo della benevolenza e della stima che la gente nutriva per i “frati del popolo”, nonché per l’espandersi del quartiere, che proprio per loro ne assunse anche il nome di “Cappuccini”, dedicò la suggestiva ed antica chiesa di Valverde al poverello di Assisi, affidandola ora come parrocchia, nella cura d’anime, agli stessi frati francescani.

Struttura

La chiesa di origine medievale, è stata ricostruita dai serviti intorno al XIV sec., in stile gotico-aragonese e con l’arrivo dei frati in seguito ha assunto le caratteristiche delle chiese austere e sobrie dei Cappuccini. All’interno sono custodite importanti opere di valore artistico, tra queste una tela posta nella cappella di destra, che raffigura i santi Martiri turritani, Gavino, Proto e Giannuario, realizzata da Didaco (Didaco) Pinna, e a sinistra il grande quadro dell’Immacolata Concezione, molto probabilmente in origine posta nel presbiterio, come pala d’altare. Nella navata di sinistra si trova un’opera dei nostri giorni, Le anime del purgatorio, della pittrice Liliana Cano. A destra del presbiterio, con gli ultimi lavori di restauro è stata realizzata la cappella del Santissimo Sacramento, affrescata dal cappuccino padre Ugolino da Belluno, in cui è custodito un sarcofago in marmo d’età tardo antica e il prezioso tabernacolo in legno di noce del ‘700, eseguito da fra Salvatore. Con le leggi di soppressione del 1867, i frati sono stati costretti a lasciare l’antico convento, usato prima come ospizio per orfani, diretto dalle figlie della Carità e oggi è sede del conservatorio di musica “Luigi Canepa”. Il territorio parrocchiale, al 2023, conta circa 7200 persone.

Attività

Gli ambienti conventuali, così come quelli parrocchiali, sono ampi e funzionali. All’esterno, oltre il piccolo giardino e l’orto, anche un campetto polivalente di calcetto e basket. Di particolare interesse nelle giornate “Fai” e “Monumenti aperti”, la visita alla nostra cripta; sito che per interesse riscosso, ha registrato fino a settecento presenze giornaliere. Nella stessa sono custoditi, in apposite teche di cristallo, i resti mortali, ormai scheletri ed ossa, di tanti religiosi deceduti durante la peste nello svolgimento del loro servizio di carità. La cripta custodisce Inoltre la sepoltura di una nobile famiglia, i “Di Fraia”, benefattori del convento, nonché quella di alcuni confratelli appartenenti al Gremio degli Ortolani. L’Associazione, infatti, nacque qui alla fine del ‘300, per poi trasferirsi, per diritti di sepoltura, nella chiesa dei Conventuali a Santa Maria in Betlem, con l’acquisto, nel 1521, della cappella di Santa Lucia. Festeggiano ancora oggi la loro patrona, la Beata Vergine di Valverde, nella domenica “In Albis”. Come spesso accade in città, il senso d’appartenenza e di partecipazione sono abbastanza fluidi. Le realtà presenti sono: Ordine francescano secolare, gruppo di P. Pio, Azione cattolica, Rinnovamento nello Spirito, gruppo Santo Volto, gruppo Mariano. Viva la sensibilità verso i più emarginati, attraverso servizi di vario genere: il Centro d’ascolto, l’ospizio “Cappuccini”, la foresteria/dormitorio per i senzatetto, già mensa dei poveri, il volontariato presso strutture cittadine dello stesso tipo, e in strada, di notte, una volta alla settimana.